A cura di sr. Stefania Baneschi
Francescane Missionarie di Gesù Bambino
Fiorire, aprirsi alla luce della vita, sbocciare nel dono di se stessi e… offrire al mondo la propria bellezza, il proprio unico e irripetibile colore. O come direbbe Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium: “Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo.” (EG 273). Scoprire il proprio posto nel mondo, la propria missione, significa riconoscere la propria vocazione, il disegno di Dio su di noi. Ogni cammino di catechesi, di accompagnamento nella crescita della fede, è legato, per sua natura, al cammino vocazionale perché ogni figlio/a di Dio trova nella risposta alla voce del Padre che chiama alla vita e all’amore il suo vero compimento. Quale intreccio esiste, allora, tra le parole: donna, catechesi e vocazione?
Esistono storie, alcune storie di donne nella Bibbia, che desiderano raccontarci come sia possibile che la vita, ogni vita, in qualsiasi situazione si trovi, qualsiasi tempo stia vivendo, possa fiorire. Da dove nasce la nostra primavera? Queste donne della Scrittura ci fanno intravedere che l’esistenza umana cresce, sviluppa e prende il volo solo se si decide di aver cura di piccole cose dando loro uno straordinario valore. Quest’anno in questa rubrica daremo voce a otto figure bibliche della storia di Israele che ci porgeranno otto parole chiave. Parole come semi che nascondono in sé tutta la potenzialità della vita e della vocazione. Parole racchiuse come in uno scrigno dentro altre storie che staremo ad ascoltare o che ci faremo… danzare.
Perché danzare? È la gioia della libertà a muovere i passi e il cuore. Miryam dopo che gli israeliti hanno attraversato il mare all’asciutto lasciandosi dietro le spalle la corsa mortale degli egiziani…balla e canta. Chi è questa donna? Miryam (Maria) è la sorella di Mosè e di Aronne, la incontriamo nel libro dell’Esodo compare per la prima volta nell’episodio del salvataggio di Mosè dalle acque. Attraverso il suo suggerimento alla figlia del Faraone il bimbo è allattato dalla stessa madre, Iocheved. Miryam incontrata bambina (in Es 2) lungo il Nilo, è una donna matura nella notte della Pasqua (secondo la tradizione rabbinica ha 86 anni). Da una riva all’altra, da un fiume alla riva del Mar Rosso, dalla salvezza di uno alla liberazione di molti. Miryam nella Torà viene chiamata per nome solo nel momento in cui intona il canto del mare e balla assieme alle altre donne. Prima era sempre detta “una fanciulla” o “la sorella”. Ora la ritroviamo a guidare la danza di ringraziamento delle donne israelite intonando un inno per la liberazione dalla schiavitù di Egitto.
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