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Se Dio è buono, perché esiste il male?

20 Settembre 2022 in Essere Catechisti 0

A cura di Pietro Calore

Docente di filosofia e catechista


Il problema del male

Nel formare alla fede giovani e adulti di ogni epoca, rappresenta un’esperienza comune a tutti i catechisti quella di scontrarsi con obiezioni o domande sull’esistenza di Dio derivanti dall’esistenza del male nel mondo.

L’“argomento del male” è di origine antichissima (ne troviamo la prima formulazione in Epicuro, filosofo greco del III sec. a.C.) ed è sempre immancabilmente lo stesso: se Dio che sia cristiano o meno poco importa è (e non può non essere) onnipotente e buono, da dove viene il male? 

Ora tutte le risposte possibili a questa domanda sembrano portare a negare l’esistenza di Dio e risulta tanto più urgente affrontarle quanto più ci rendiamo conto che può farsele anche un bambino:

1) se Dio non può e non vuole eliminare il male, Dio non è né onnipotente né buono quindi non è Dio;

2) se Dio non può e vuole, Dio è buono ma non è onnipotente quindi non è Dio;

3) se Dio può e non vuole, Dio è onnipotente ma è malvagio quindi non è Dio;

4) se Dio può e vuole… beh, visto che il male c’è, Dio evidentemente non esiste!

Come uscirne? Ebbene, non è facile ma è possibile: questo dossier si pone proprio l’obbiettivo di fornire ai catechisti gli strumenti argomentativi per poter rispondere a questo antichissimo problema in modo corretto, non solo dal punto di vista della dottrina cristiana ma anche della ragione naturale, il che ha sempre molti vantaggi nel senso di una catechesi veramente efficace, come già sapeva Sant’Anselmo1. Una volta che si possiederanno con sicurezza tali strumenti, starà a ciascun catechista saperli adattare, con intelligenza e delicatezza, alla platea di chi di volta in volta si troverà davanti.

A questo problema si possono opporre due contro-argomentazioni filosofiche, prima ancora che teologiche.

Entrambe consistono nel mostrare come gli argomenti 3) e 4) siano mal posti: si tratta infatti di capire meglio cosa significhi che Dio “non voglia” e “voglia” eliminare il male. Inoltre queste contro-argomentazioni dovranno considerare la doppia accezione che possiede la parola “male”, come già sapeva Agostino: il “male morale”, quindi il peccato degli uomini, e il “male naturale” come frane, alluvioni, carestie… pandemie!

I primi due argomenti 1) e 2), invece, si possono anche tralasciare perché trovano d’accordo anche noi cristiani: è fuori discussione il fatto che non si addica all’onnipotenza di Dio che Egli non possa fare qualcosa. Nulla da dire. Quindi, catechisti, non ammettete mai che Dio non possa eliminare il male, significherebbe insegnare qualcosa di sbagliato o darla vinta all’interlocutore. Discutendo gli ultimi due argomenti, vedremo proprio che Dio può eliminare il male: il fatto è che non vuole farlo e al contempo… lo vuole fare ma non come ce lo aspetteremmo.

Prima contro-argomentazione VS Argomento 3

Consideriamo innanzitutto il “male morale”. Se Dio è assieme buono e onnipotente – come sono pronti a riconoscere tutti, anche i filosofi – bisogna trarne che Dio possa tutto ciò che vuole. Pertanto se, essendo buono, Dio desidera sempre e solo il bene anche da parte di noi creature, nella sua onnipotenza deve averci voluto creare liberi: infatti, solo atti buoni compiuti a seguito di una libera scelta da parte di una libera volontà, rappresentano un vero e proprio “bene”. Se Dio ci avesse creati come delle marionette che fanno buone azioni per conto Suo solo “per interposta persona” diciamo si potrebbe certo dire che così avrebbe evitato il male e creato soltanto del “bene” ma… in modo fittizio! Noi stessi nel dirlo non potremmo crederci fino in fondo: dovremmo ammettere a noi stessi di star parlando usando dei concetti (“bene”/“male”) vuoti, usati giusto pour parler! Piuttosto, infatti, dovremmo dire che così avrebbe creato solamente un magnifico teatro dei pupi. E a chi di noi, dopo aver assistito ad uno di quei – pur meravigliosi – spettacoli siciliani, verrebbe mai in mente di alzarsi dalla platea per complimentarsi con Orlando del suo coraggio e del suo valore?

Ecco dunque che Dio, da buono e onnipotente, proprio perché vuole il (vero) bene, ha voluto innanzitutto crearci liberi, quindi rispettare la nostra libertà e non farci violenza, “costringendoci” a fare del (a questo punto falso) bene o… fulminandoci quando commettiamo del male. Tutto ciò non sono fantasie filosofiche, bensì lo troviamo anche nella Sacra Scrittura: «Io non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva» (Ez 33, 11); «Il Signore odia ogni abominio, / esso non è voluto da chi teme Dio. / Egli da principio creò l’uomo / e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. / Se vuoi, osserverai i comandamenti; / l’essere fedele dipenderà dal tuo buon volere.» (Sir 15, 13-15); «Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano […] Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato, se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.»  (Sap 1, 14.11, 24); la “Parabola della zizzania” (Mt 13,24-30).

In ciò, in questo “non voler forzare la nostra libertà”, consiste il “non voler eliminare il male” dell’argomento 3), da cui quindi ci si sbaglia a inferire la non esistenza di Dio o la Sua malvagità (il che è lo stesso): difatti, che Dio possa ma non voglia eliminare il male, nel senso di non voler castrare o distruggere la libertà delle Sue creature, è perfettamente coerente con il concetto di un Dio (veramente) buono e onnipotente.


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