Il culmine della concretezza nelle dieci parole, che ci sono date come un manuale delle istruzioni per l’uso di questa cosa tanto preziosa che è la vita umana, è quello più concreto in assoluto, quello del desiderio. Sembra un non senso, perchè il desiderio appartiene all’ordine dell’ideale, della proiezione, dell’immaginazione e del sentimento, ma vediamo come in realtà è qualcosa di molto pratico.
Facendo un excursus di tutte queste dieci parole e avendo fatto un reale esame di coscienza, ci rendiamo conto che se davvero sono libero, allora sono anche generoso, se sono autentico sono anche fedele, se sono sincero sono anche fecondo. Chi vive in pienezza, chi incarna una sola di queste dieci parole le vivrà tutte, perchè uno solo è il Verbo incarnato, Nostro Signore Cristo Gesù. Ne basta una sola da vivere, un solo verbo da coniugare nella tua esistenza perchè Gesù, il Verbo di Dio, possa camminare nel mondo attraverso di te, perchè non sia più tu che vivi ma Cristo che vive in te.
Per vivere una sola di queste dieci parole ti devi svuotare, è la kenosis dell’incarnazione, il Figlio di Dio che si spoglia di se stesso per entrare nel mondo e vivere tutto ciò che viviamo noi, condividere tutto dell’umanità eccetto il peccato. Gesù è venuto nel mondo per fare la volontà del Padre, per compiere una missione.
Il nono e il decimo comandamento sono l’ultima parola di Dio che si compie in Cristo Gesù, non desiderare niente altro che portare a compimento quanto il Padre ti ha affidato, la tua missione, vivere la tua vita in pienezza. Non è un comandamento contro il desiderio, è una parola di vita nuova. Si tratta di desiderare con tutta la mente, con tutto il cuore e con tutte le tue forze quello che è tuo, non ciò che appartiene agli altri: i cari che ti sono stati messi accanto, non quelli degli altri; i beni di cui disponi, non altri; i progetti affini al tuo stato di vita e alle tue possibilità, ai tuoi talenti, non a quelli degli altri. Si tratta di desiderare e di agire perchè si realizzi in pienezza nella tua vita quello che è la volontà di Dio per te fin da che Dio stesso creasse il mondo e che hai lì al tuo lato e forse non hai mai guardato con sguardo divino, redento.
Ama il tuo presente, desidera con tutta l’anima la pienezza di quello che stai vivendo, nella sua ricchezza e nella sua povertà, nella sua bellezza e dignità, nella sua specifica e personalissima vocazione alla tua santità. L’ultima parola del decalogo è una parola vocazionale: se sei madre, non desiderare niente altro al mondo che compiere in pienezza il mistero della tua maternità; se hai un fratello, non desiderare al tuo lato niente e nessun’altro quando hai bisogno di un conforto che la voce di tuo fratello, per quanto ti possa essere dura, ingrata, affliggente. Camminare nella volontà di Dio, portare a compimento una missione è assumerla così com’è, senza adattamenti, senza trucchi e maquillage. Non puoi redimere quello che non hai assunto nella sua pienezza. Non desiderare i beni e le persone che erano destinati a qualcun’altro, perchè non c’è nessun altro in questo mondo che possa portare a compimento la tua missione, solo tu puoi farlo.
Il Signore Gesù che ti ha sussurrato nel cuore parole di vita eterna lungo questo cammino delle dieci parole, ti benedica e ti accompagni sempre, ti faccia innamorare della sua verità, ti faccia mettere in pratica la sua misericordia e ti faccia imitare la sua umanità.