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Le parole e la Parola

2 Febbraio 2022 in Spiritualità 0

A cura di Federica Vio

Spiritual Coach


Non esistere! Non essere te stesso! Non crescere! Non essere sano! Non pensare! Non avere successo!

Forse non ci sono mai state rivolte affermazioni simili, o forse sì. In ogni caso tutti noi portiamo dentro delle ingiunzioni che hanno questo sapore e che abbiamo registrato nel profondo della nostra esistenza, fin dalla più tenera età. Uno sguardo di negazione ripetuto da nostro padre, una modalità apprensiva di relazione vissuta con nostra madre, un attaccamento possessivo di una delle figure di accudimento, possono essere state registrate dalla nostra mente bambina come un “Non”. Questo ci ha fatto crescere con delle convinzioni che certamente hanno condizionato la nostra percezione di noi stessi e degli altri, quindi la nostra interpretazione della vita.

Le parole ci raggiungono e producono in noi quello che in esse è contenuto.

Sei uno stupido!

Ci sono studi che affermano che non solo la nostra psiche, ma anche la morfologia di tutte le nostre cellule si orienta in una determinata maniera sentendosi investita da un’affermazione di questo tipo. Diversamente si orientano tutte le parti del nostro essere se raggiunte, per esempio, dalla parola ti amo, o da una parola di stima. La parola è creativa, nel senso che ci fa essere, ci plasma in un modo o nell’altro.

Non ci stupisce che la parola umana abbia questa forza intrinseca, se crediamo che, come ci dice la Genesi, siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio. Lui è Parola, e Parola che crea, sempre!

Dio disse: Sia la luce! E la luce fu! 

Questa azione creatrice non è stata compiuta una volta per tutte. Dio dice ora che la luce sia, continua la sua azione creativa nell’oggi. E’ la dinamica della creazione divina. 

Queste premesse ci permettono di entrare nell’intenzione che ha questo spazio di lettura, ossia quella di riflettere sulla connessione fra “le parole” e “La Parola”. In particolare uno spazio dove cogliere come la Parola può cambiare il registro negativo fissatosi in noi a causa delle parole che ci hanno raggiunto ferendoci e rendendo così più difficile e meno felice la nostra esistenza. 

La Parola cura. Gesù ce ne ha dato esempio con l’evidenza della sua vita fatta Parola che cura.  

Vogliamo guardarlo da vicino, Gesù, cogliere quali parole hanno innescato processi di cura, o hanno aperto preziosi cammini di comprensione interiore. Vogliamo scoprire a quali ampi orizzonti di esistenza umana ci apre Gesù-Parola. 

In questo primo numero accenneremo ad una delle spinte interiori che orientano la nostra esistenza a non esprimersi per quello che è e che sintetizziamo nella parola: “Non esistere”.


Continua a leggere l’articolo sul numero 17 di Essere Catechisti

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