A cura di don Andrea Lonardo
Direttore Ufficio pastorale universitaria, già Direttore Ufficio catechistico Diocesi di Roma
Un aspetto del catecumenato che sta tornando a ispirare la catechesi è la riscoperta delle quattro dimensioni della fede cristiana: la fede creduta, la fede celebrata, la fede vissuta e la fede pregata.
L’elaborazione del Catechismo della Chiesa cattolica è stata decisiva nel riscoprire che questa struttura quadripartita era maturata proprio nell’esperienza antica del catecumenato. Per accompagnare un pagano al Battesimo le comunità cristiane del mondo antico si erano accorte, per un sensus fidei comune, segno del soffio dello Spirito, che era necessario aiutarlo a scoprire la novità della fede cristiana (la fede creduta), ma al contempo era fondamentale che ricevesse la grazia (con i sacramenti e avvicinandosi domenica dopo domenica alla liturgia della Chiesa), che si convertisse (nella scoperta della nuova vita morale dei cristiani, nella fede vissuta) e che imparasse a pregare, a dialogare nel segreto del cuore con Dio Padre (la fede pregata). Al catecumenato antico apparve evidente che ogni cammino di catechesi che avesse trascurato una di queste quattro dimensioni sarebbe stato parziale e avrebbe condotto a una fede immatura.
Ogni itinerario di catechesi di ispirazione catecumenale si strutturerà così
• intorno a momenti di riunioni, per sostenere le persone nell’amare la fede della Chiesa
• intorno alla celebrazione dei Sacramenti e dell’Eucarestia domenicale, perché l’uomo incontri il Signore Gesù e riceva da lui la grazia
• intorno ad esperienze di vita laicale, di matrimonio, di servizio ai poveri, perché ognuno comprenda che la vita cristiana genera una conversione di vita
• incoraggiando e sostenendo la preghiera personale, perché ognuno maturi una vera apertura del cuore alla voce dello Spirito.
Anche da questo punto di vista si vede come la catechesi, mostrando che la fede è un incontro vivo con Cristo, non possa giustapporre esperienze e contenuti, bensì proceda lavorando su entrambi.
Un’altra grande questione catechetica, illuminata dal Concilio e dalle esperienze sorte a partire da esso, è quella del peculiare modo cristiano di leggere la Scrittura, attingendo sia agli studi scientifici, sia alla grande tradizione cristiana.
La Dei Verbum ricorda che sono molti i generi letterari della Bibbia e numerosissimi i linguaggi, da quello narrativo alla confessione di fede, da quello innico a quello poetico, da quello simbolico a quello dogmatico, da quello morale a quello filosofico-teologico. È importante che la catechesi renda familiari con ciascuno di essi. D’altro canto moltissimi sono anche i metodi di lettura del testo a livello scientifico e teologico: da quello storico-critico a quello narrativo, da quello spirituale a quello canonico, da quello retorico a quello simbolico.
In questa pluralità, la catechesi orienta alla lettura della Bibbia suggerendo l’equilibrio della Dei Verbum che chiede di essere fedeli sia alla lettera del testo, ricostruendone l’ambiente e il genere letterario sia al principio dell’unità delle Scritture, perché ogni episodio dell’Antico Testamento non ha solo un messaggio valevole per il tempo in cui il testo venne redatto, ma lo ha in quanto prefigurazione della venuta di Cristo.
La liturgia è modello di tale lettura, per il modo con il quale, attraverso i secoli, ha compreso la relazione esistente nel disegno di Dio fra i vari momenti della storia della salvezza. La Veglia pasquale, ad esempio, ricorda l’intimo legame esistente fra il Dio padre e creatore di Genesi, il sacrificio di Isacco che prefigura Cristo vero agnello immolato, la salvezza attraverso l’acqua del mare compiuta da Mosè, tipo di Cristo, fino all’annunzio profetico di una nuova alleanza e della definitiva sconfitta del male. L’annunzio veterotestamentario si compie poi non solo nella resurrezione di Cristo, ma anche nella liturgia battesimale e poi eucaristica della Veglia Pasquale stessa, poiché Cristo, presente nei segni sacramentali, opera la salvezza di coloro che ricevono il Battesimo e dell’assemblea che celebra l’Eucarestia.
Continua a leggere l’articolo sul numero 23 di Essere Catechisti