Lo scorso 13 maggio Papa Francesco ha incontrato oltre 200 artisti tra attori e comici provenienti da varie parti del mondo; tra i più famosi anche l’attore Giovanni Scifoni (già visto in fiction di successo come DOC ma anche autore dei famosi video sui santi) e Whoopi Goldberg l’indimenticabile suor Mara Claretta di Sister Act (di cui attualmente si sta girando il terzo capitolo a più di venti anni dal secondo film). L’occasione è stata utile a Sua Santità per far riflettere sul senso dell’umorismo e sull’importanza di saper ridere di gusto.
Il divertimento e il riso “sono centrali nella vita umana”, osserva il Papa, creano “spazi di libertà”, e confida che ogni giorno lui stesso chiede la grazia di saper prendere le cose “con lo spirito giusto”.
Secondo la Bibbia, prosegue Francesco, Dio è stato “il primo spettatore della storia”. Nel Libro dei Proverbi si dice che la Sapienza “giocava davanti a lui”. E usa un’espressione forte: ricordatevi che “quando riuscite a far sgorgare sorrisi intelligenti dalle labbra anche di un solo spettatore, fate sorridere anche Dio”. Quindi evidenzia ancora le particolari caratteristiche del linguaggio dello humor: “L’umorismo non offende, non umilia, non inchioda le persone ai loro difetti. Mentre oggi la comunicazione genera spesso contrapposizioni, voi sapete mettere insieme realtà differenti e a volte anche contrarie”.
Ma, domanda il Papa, “si può ridere anche di Dio? Certo – è la sua risposta -, e non è bestemmia questo, si può ridere, come si gioca e si scherza con le persone che amiamo”. Senza però, aggiunge, “offendere i sentimenti religiosi dei credenti, soprattutto dei poveri”.
Quanto è importante il senso dell’umorismo anche nella catechesi; può essere senz’altro una modalità per coinvolgere maggiormente non solo i bambini, ma anche i genitori del catechismo. Quanto bello sarebbe sentir dire ai bambini che vanno volentieri al catechismo anche perché si divertono. Quanto spesso invece le “cose di Chiesa” vengono accostate a idee quali seriosità (ben diversa dalla serietà), pedanteria, rigidezza, che non fanno altro che alimentare la creazione di false immagini di Dio.
Dopo la benedizione, durante l’incontro con gli artisti, Papa Francesco ha ripreso la parola dicendo che avrebbe voluto far sentire a tutti la bella preghiera di san Tommaso Moro che riportiamo qui di seguito, valida anche per tutti i catechisti.
Dammi Signore, una buona digestione
ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo,
col buonumore necessario per mantenerla.
Dammi Signore, un’anima santa,
che sappia far tesoro di ciò che è buono e puro,
e non si spaventi davanti al peccato,
ma piuttosto trovi il modo di rimettere le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettere che mi crucci eccessivamente
per quella cosa tanto ingombrante che si chiama “io”.
Dammi Signore, il senso dell’umorismo,
fammi la grazia di capire gli scherzi,
perché abbia nella vita un po’ di gioia
e possa comunicarla agli altri.
Così sia.