Le Notizie

Il riposo secondo Dio

30 Aprile 2015 in Le catechesi di Padre T. 1

Esiste una corrispondenza inversa tra il peccato e la grazia, il vizio e la virtù, l’influenza maligna e l’azione di Dio. Il frutto del peccato nel giardino dell’Eden era dolce alla vista e risultò amaro al gusto. Le cose di Dio a volte sono amare alla vista ma si rivelano dolci al gusto. Riempire le giare alle nozze di Cana costa fatica ma ne escono 600lt di vino buono. Si tratta di educare il gusto.

«Osserva il giorno di sabato per santificarlo» [Dt5,12].

Sabato, in ebraico shabàt, significa riposo. Sono in tanti a vivere la settimana come una imposta da pagare per raggiungere il premio, la domenica, le vacanze. Alla fine della festa però sei depresso, devi tornare a una vita sempre uguale, pesante, a volte sterile. Le feste ti fanno cadere la maschera: la tua vita ti sembra vuota, noiosa, morta, irrisolta. Le feste ti devono ripagare lo sforzo, la fatica di una vita che non alimenta. Il narcotico per eccellenza è il divertimento, da VERTERE DE, uscire fuori, fuggire dall’ordinario. E Dio lo sa. Un giorno scopri che la domenica è la prova che la tua storia non ti piace, sei insoddisfatto, il tuo lavoro ti stressa. Riposi poco o niente perchè ti trovi a convivere con uno con cui non sai stare: tu stesso. Le feste ti obbligano a rimanere con te stesso. Tra le mille attività, incluso il diveritmento, c’è uno spazio vuoto difficile da affrontare. Lo riempi di musica alle orecchie e gruppi di What’sApp, così il silenzio ti fa paura. Siamo fuggitivi, continuiamo a fuggire dall’Eden, dall’Oriente, in un continuo disorientamento. La vita ti chiede pagamenti per i debiti della tua vita affettiva, della tua realizzazione personale, delle tue idee e ambizioni.

La domenica, Dio ti chiede qualcosa di più importante che il tuo pic-nic. C’è da risolvere la questione del tuo gusto per la vita che stai facendo. Devi riscoprire la tua storia come qualcosa di meglio, perchè o la tua storia è sbagliata o sei tu che non sai come viverla. Il problema del riposo è la relazione con la tua storia, con quello che ti è successo. Si tratta di imparare a riposare: il vero riposo è fermarti e cominciare a benedire la tua storia. Come nel settimo giorno, è la benedizione delle cose passate, degli altri giorni. Si tratta di contemplare quello che hai vissuto e benedirlo. È l’atto di rendere grazie: in greco si dice EUCARISTIA. Il riposo è trovar pace, riconciliarti con la tua storia. La tua vita è una benedizione. C’è da riscoprire questo tesoro nascosto dietro le tue paure, nel fondo del tuo vuoto e del tuo dolore, nel tuo abisso personale.

Ci apriamo alla benedizione lasciando indietro il vittimismo, aprendo il cuore a un cambio di prospettiva nella nostra storia, nel nostro lunedì. La benedizione è una scelta del cuore. E dipende dall’amore. È la misura del tuo amore. L’incontro con la Parola di Dio è trovare quello che ti riconcilia con te stesso e ti apre il cuore alla benedizione. Bisogna disobbedire ai pensieri neri appiccicati all’anima per farci l’amore tanto tempo, lasciarli andare. Amare il bene, amare la luce, pensare bene di te stesso, della tua storia, di Dio, della Provvidenza, cambiare il gusto delle cose, la lotta della quarta parola, il terzo comandamento, comincia qui: è una parola di benedicenza. Benedire le cose passate nell’attesa di quelle future, questo è vivere da risorti!

Commenti

  • Claudia ha detto:

    Ottimo pensiero riflessione indovinata! Buon lavoro W il Papa! è un compendio di teologia ed attualità! Bravi grazie

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