Sono un ragazzo friulano che attualmente vive a Roma ed ho conosciuto la realtà parrocchiale di entrambe le regioni. Una difficoltà che ho sempre riscontrato e che anche vari amici catechisti condividono è il fatto che l’incontro di catechismo venga recepito come una lezione scolastica: come posso fare per cambiare questa impressione e trasformare il catechismo in una “scuola” di fede?
Josef (Roma)
Ciao Josef. Cominciamo la rubrica di oggi con la tua bella domanda nella quale quasi tutti i catechisti si possono rispecchiare.
Iniziamo col vedere le cause di una idea sbagliata di catechismo. In primo luogo, la scuola è la realtà predominante nella vita dei ragazzi in età da catechismo; in secondo luogo, i gruppi parrocchiali rispecchiano la stessa divisione delle classi; infine, lo stile didattico a volte si assomiglia. Dal mio punto di vista, questi sono aspetti “fisiologici” né buoni né cattivi che il Vescovo ed i parroci potrebbero decidere di cambiare sempre che si possa farlo senza creare sterili fraintendimenti ed alzate di scudi. L’aspetto positivo della divisione scolastica è che i ragazzi si conoscono già e si adeguano più velocemente.
Tu manifesti il desiderio di comunicare il catechismo come una scuola di fede, forse si potrebbe cominciare proprio dal nome catechesi che, dal greco kat-êcheô, si può tradurre in due modi: 1. “far rimbombare” e 2. “far risuonare all’orecchio” e “istruire a viva voce”. Questa nozione accademica potrebbe ispirarci a ristrutturare gli incontri in vari modi: in ogni incontro far risuonare la Parola di Dio attraverso la lettura di un brano del Vangelo che sia la colonna portante del giorno; esporre in contenuti in modo induttivo, cioè dalle testimonianze agli insegnamenti per poi ripercorre il cammino in modo inverso.
Un altro aspetto, proprio della metodologia NET, sono i giochi didattici ed i punteggi abbinati alle varie attività, anche a quelle di attenzione ed apprendimento. Il tutto può essere alternato con momenti liturgici, uscite mirate, gesti di volontariato, ecc.
Dato che i gruppi spesso sono cristallizzati, se si riuscisse ad inserire a poco a poco qualche elemento di innovazione, magari con il coinvolgimento degli stessi ragazzi o il rappresentante di qualche gruppo giovanile, credo che la catechesi verrebbe percepita più come un luogo di famiglia che come un ambiente scolastico. Alla fine, ci vuole un pizzico di sperimentazione oculata e guardarsi attorno alla ricerca di un valido aiuto.
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