A cura di Costanza Miriano, giornalista Rai e scrittrice
In questi giorni ho letto un’infinità di meditazioni natalizie, ascoltato omelie, alcune bellissime, altre meno, lectio, riflessioni. Il cuore di tutte, più o meno, era “Dio è un padre buono e ci ama”. Ce lo ha ripetuto anche adesso il Papa: Dio è nostro padre, dunque noi siamo fratelli. Abbiamo bisogno di sentircelo dire e ripetere e ricordare.
Ma perché così tanto?
Perché, fondamentalmente, non ci crediamo: da quando il serpente ci ha sussurrato all’orecchio il sospetto che quello che ci ha creati e ci ha dato tutto, in fondo ce lo volesse togliere, ci volesse fregare, da quel momento il sospetto è diventato la cifra di fondo delle nostre relazioni, compresa quella con Dio.
Credere all’amore di Dio, riempirci il cuore, la testa, lo sguardo, ogni nostro respiro di riconoscenza, perché siamo stati scelti, chiamati dal nulla, chiamati a vivere, proprio noi e non un altro, credere che siamo stati scelti per essere amati, perché noi piacciamo a Dio più di quanto a noi piacciono quelli che abbiamo scelto, e lui vuole stare con noi, credere che per salvarci lui si è fatto carne, ci ha parlato con la sua vita dell’amore del padre e poi ha sofferto la passione e la croce e la morte, per amore nostro; credere che non ci meritiamo nulla eppure abbiamo più di tutto, ecco, questo per me è impossibile.
è esattamente il motivo per cui ci è stata data l’arma infallibile, l’arma della preghiera. A questo serve, non a trovare parcheggio a o a passare l’esame. Quelli sono regali in più che ci concede, ma la cosa più importante che fa la preghiera è cambiare la nostra testa, il respiro, i sentimenti e i pensieri. La preghiera ci cambia. Se noi chiediamo lo Spirito Santo, Dio, lo dice il vangelo, non può non concedercelo.
Ti chiedo dunque la fedeltà alla preghiera, Gesù bambino, te la chiedo più di tutte quelle cose che sai tu e che non ti posso elencare perché ho degli amici troppo generosi e poi mi arrivano a casa fra due giorni. La fedeltà alla preghiera la cerco da sempre e so che è quello che mi sfonderà davvero definitivamente il cuore. Mi darà un cuore di carne, capace di credere all’incredibile: che io ti piaccio, che ti vado bene così, che mi ami alla follia, che quando fai qualcosa che non mi va bene, è per un bene più grande, che la croce mi salva, che c’è un pericolo enorme che sto correndo, la perdizione, ma che posso aggrapparmi a te e salvarmi.