“Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe»”. Lc 3,10-14
Quante volte abbiamo sentito questa domanda? Una mamma con il proprio bambino, una maestra con i suoi alunni, una catechista con i ragazzi del gruppo, un giovane insieme alla sua fidanzata, un’anziana in ospedale davanti al medico… e gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito.
Eh sì, all’infinito, perché la domanda che in questa terza domenica di Avvento viene rivolta al Battista è la stessa questione che ogni uomo e donna prima o poi nelle situazioni della vita si vede posta davanti agli occhi!
È come un quesito già scritto, un appuntamento con la storia, prima o poi arriva, prima o poi ti colpisce! E io, che cosa devo fare? È la domanda etica sul che cosa siamo chiamati a fare con correttezza. E Giovanni Battista da buon profeta risponde. Chiede coerenza ed onestà, virtù un po’ dimenticate anche oggi.
Il tempo dell’Avvento assume da questa domenica un tratto particolare… da lunedì prossimo inizieremo la novena di Natale dove il Vangelo giorno per giorno ci accompagnerà ad accogliere il mistero di Dio che si fa uomo, bambino, carne della nostra carne. Potrebbe essere questo il tempo nel quale rispondere con fede a questa domanda: che cosa dobbiamo fare?
Forse siamo chiamati ad aprire ancora di più il cuore per accogliere il nuovo volto di Dio che suo Figlio Gesù ci vuole rivelare! È una scoperta nuova, che ogni anno sorprende e meraviglia, perché non siamo mai abbastanza persuasi che Dio abbia scelto questa strada per farsi conoscere, per rivelare la sua paternità, per dire nuovamente il suo amore passionale all’uomo di ogni tempo.
Che cosa dobbiamo fare?
Forse avere la pazienza di stare accanto alla mangiatoia di questo neonato. Solo per guardare, anzi, contemplare in silenzio. Molte persone sono andate a Betlemme in quella notte santa. Non è così scontata la risposta di quello che abbiano trovato. Dio si rivela a chi guarda con occhi nuovi!
Come il popolo di allora anche oggi attendiamo. Aspettiamo Colui che verrà a battezzarci in Spirito Santo e fuoco. Lui raccoglierà il frumento nel suo granaio e brucerà la paglia con fuoco inestinguibile. Il tempo si è fatto breve, è diventato come un foglio sottile. L’attesa presto troverà il compimento sperato. La Promessa di Dio sarà svelata e attuata. È tempo di Gioia non ve ne accorgete?