A cura di Jacopo Masiero
Media educator e docente di comunicazione digitale
Internet, smartphone, social network e app. Queste sono solo alcune delle novità che stanno contraddistinguendo il mondo della comunicazione in questi ultimi anni. Infatti, anche se internet e i computer si sono diffusi – prima negli uffici e poi nelle case – tra gli anni ‘90 e i 2000, non possiamo negare che in quest’ultimo decennio gli strumenti di comunicazione si sono evoluti fino ad essere strumenti utilizzati da tantissime persone quotidianamente. Grazie agli smartphone oggi, possiamo connetterci con il mondo in qualsiasi momenti, possiamo entrare in comunicazione con tantissime persone e così condividere la nostra storia, le nostre emozioni, le nostre avventure. Stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione mediale, una rivoluzione che resterà alla storia. Una rivoluzione che, ci piaccia o no, non potrà farci tornare indietro.
L’arte della comunicazione
La comunicazione è una vera e propria arte e, a differenza di quanto si possa pensare, comunicare non è semplice. Quante volte ci capita di venire fraintesi? Oggi più che mai è importante essere preparati e in grado di comunicare in modo corretto anche nelle reti sociali, ovvero nei social network, veri e propri luoghi di comunicazione e condivisione.
La visione della Chiesa
La Chiesa in merito ai mezzi di comunicazione ha sempre avuto una visione positiva, con una particolare attenzione all’educazione dei più piccoli. Nel 1963, nel cuore del Concilio Vaticano II venne promulgato il decreto “Inter Mirifica” sugli strumenti di comunicazione sociale. Con il termine “Inter Mirifica”, i padri conciliari consideravano i mezzi di comunicazione tra gli strumenti meravigliosi creati dall’uomo. Inoltre, nell’elencare i mezzi di comunicazione di allora (radio, cinema, ….) aggiunsero la parola “e simili” ad indicare, con una certa lungimiranza, i mezzi che sarebbero nati in seguito. Sono diversi i documenti in cui la Chiesa si è interrogata sul tema della comunicazione e inoltre, di particolare di rilievo è la creazione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Ogni anno, in occasione della festa di San Francesco di Sales – patrono dei giornalisti – il pontefice pubblica il suo messaggio analizzando ogni volta diversi temi riguardanti il mondo della comunicazione.
L’approccio della Chiesa in merito ai mezzi di comunicazioni è visibile anche per l’utilizzo degli stessi. Significativo è il primo radiomessaggio “A tutte le genti e a ogni creatura” di Pio XI del 12 febbraio 1931, nel quale il pontefice ha comunicato ai fedeli l’importanza dell’invenzione di Marconi. Altro momento entrato nella storia è l’emozionante immagine di San Giovanni Paolo II davanti ad uno dei primi personal computer. Nel 1998 scriveva: «Il mondo dei media, in seguito all’accelerato sviluppo innovativo e all’influsso insieme planetario e capillare sulla formazione della mentalità del costume, rappresenta una nuova frontiera della missione della Chiesa». Questa missione negli anni successivi è stata effettivamente portata a termine grazie ai suoi successori e grazie alla nascita e diffusione dei social network.
Virtuale è reale
L’utilizzo dei social anche da parte dei pontefici rappresenta concreto invito ai fedeli, e ai diversi piani delle comunità ecclesiali, a utilizzare in modo efficace gli strumenti di comunicazione. «Non sarà quindi obbediente al comando di Cristo chi non sfrutta convenientemente le possibilità offerte da questi strumenti per estendere al maggior numero il raggio di diffusione del Vangelo» riporta l’istruzione pastorale “Communio et Progressio” del 1971. Mentre nella più recente istruzione pastorale “Aetatis Novae” del 1992: «La Chiesa si sentirebbe colpevole davanti al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi, che l’intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati».
Virtuale è reale
Come abbiamo intuito i social network sono dei veri e propri ambienti in cui è possibile comunicare ed entrare in contatto con altre persone, che conosciamo già oppure no. I social sono strumenti che utilizziamo tutti i giorni, non dobbiamo pensare che ci sia solo Facebook… ad esempio anche WhatsApp e YouTube sono dei veri e propri social network. Come recita il primo punto del Manifesto della Comunicazione non ostile, è importante avere la consapevolezza che la comunicazione che avviene online è una comunicazione vera e propria comunicazione reale… non digitale! Il fatto che la comunicazione avvenga attraverso uno strumento digitale come un social network, non vuol dire che non si tratti di una comunicazione autentica. Altrimenti anche la comunicazione telefonica, in quanto mediata da uno strumento, non sarebbe da considerarsi “reale”. Possiamo piuttosto affermare che ogni mezzo di comunicazione ha delle regole e delle caratteristiche precise.
È bene utilizzare i mezzi di comunicazione più adatti in base a quello che dobbiamo dire, in base a quello che il nostro obiettivo da raggiungere. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che i social network sono nati per condividere con i nostri contatti quello che riteniamo opportuno comunicare. Quando accettiamo di entrare nel mondo delle reti sociali, dobbiamo accettare le regole del gioco. Proprio perché “virtuale è reale”, dobbiamo avere la consapevolezza che in rete non siamo delle altre persone ma siamo noi stessi. Dobbiamo avere il coraggio di dire e scrivere in rete solo ciò che abbiamo il coraggio di dire di persona. Dobbiamo sempre ricordarci che dietro lo schermo del nostro cellulare non ci sono solo parole e immagini ma c’è il nostro prossimo.
Catechisti Digitali
Gli strumenti digitali sono utili anche nel nostro servizio come catechisti. Sicuramente vi sarà capitato di scambiarvi informazioni tra catechiste all’interno dei gruppi WhatsApp. Certo, le chat sicuramente non sostituiscono la comunicazione faccia-a-faccia ma pensiamo quanto possono essere utili, se usate in modo corretto, per inviare link a video presenti sul web da far vedere ai ragazzi, oppure articoli presenti in siti internet o ancora immagini da cui prendere spunto per gli incontri con i ragazzi. Ancora una volta papa Francesco, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2019 anno ha avuto modo di esprimere che i mezzi di comunicazione possono essere utili anche per una comunità ecclesiale, e per questo importanti da prendere in considerazione.
Infine, dato che il nostro servizio è a contatto con i bambini è importante considerare l’aspetto educativo. Nel nostro servizio abbiamo a che fare con i cosiddetti “nativi digitali”, ovvero quei bambini che sono nati con lo smartphone in mano e che quindi si pensa abbiano tutte le conoscenze e le competenze per utilizzare questi strumenti. Ecco, è importante fare una considerazione in merito all’abusata etichetta di “nativi digitali”: i ragazzi non sono nativi digitali. È vero che passano molte ore a contatto con gli schermi digitali, ma questo non si traduce in una consapevolezza nell’utilizzo degli strumenti. Sta a noi, come anche alle altre realtà educative che i ragazzi frequentano, aiutarli ad utilizzarli in maniera costruttiva e corretta valorizzando non solo i rischi ma soprattutto le potenzialità offerte dalla rete: condivisione, informazione, partecipazione, creatività, educazione, e tante altre!
Buona comunicazione a tutti!
Tratto dal numero 5 di Essere Catechisti.