“In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».”
Lc 1,39-45
Andò in fretta! Ci piace molto questo incipit dell’evangelista Luca.
È sì, perché noi, uomini e donne del post moderno siamo abituati alla fretta, è forse l’amica che accompagna ogni nostra attività. Viviamo nella fretta! Tutto e sempre di corsa. Da quando suona la sveglia la mattina a quando la sera riusciamo ad appoggiare la testa al benedetto cuscino! Anche le cose della vita si svolgono nella vorticosità della fretta. Pensate alla pubblicità e al marketing, tutto deve durare pochi secondi per catturare l’attenzione dell’uomo moderno che non può attendere o aspettare, che non può pazientare; appunto perché ha fretta!
E allora ci piace pensare alla fretta di Maria che va dalla cugina Elisabetta.
Ma la fretta di Maria sarà identica alla nostra?
Il Vangelo di questa domenica sembra suggerirci di no.
È vero, Maria va in fretta, ma poi è capace di restare. Tre mesi dice il vangelo.
Non so come leggere questa indicazione a noi che ormai siamo alle porte del Natale. Forse la Parola di Dio ci suggerisce questo messaggio: corri a Betlemme, non aspettare troppo, vai di corsa perché lì c’è un regalo immenso che il Signore ti ha fatto. Il regalo è Lui, Lui è il dono per te, Lui si fa dono per te!
E nello stesso tempo ci viene detto: sappi sostare, fermati davanti al mistero di Dio che si fa bambino per entrare in casa tua. Tre mesi non sono pochi. È il tempo che serve per contemplare, per abitare con se stessi (habitare secum dicevano i padri). Solo così puoi trovare Dio. Nel silenzio, nella preghiera, nella contemplazione.
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, questa potrebbe essere la frase che accompagna i nostri ultimi giorni di questa novena! La Madre di Dio viene da noi per portarci suo Figlio, il Figlio di Dio entra in casa tua! Che onore, che responsabilità!
Molte persone in quella prima notte di Natale andarono e tornarono da Betlemme. Tutti con storie diverse, tutti con sentimenti diversi.
Tu come stai andando verso quella notte? Cosa porti di te? Cosa ti aspetti da Lui?
Tutti tornarono da Betlemme in quella notte.
Tu come tornerai?
Cosa porterai nel cuore?
Cosa racconterai ai tuoi famigliari, ai tuoi vicini di casa, ai tuoi ragazzi della catechesi?
Tu, credente del 2018, che cosa dirai di aver visto in quella notte santa?