A cura di Federica Vio
Spiritual Coach
La prima parola di cui vorrei parlarvi è la seguente: “Adesso Basta!” Apparente non sembra una parola dolce e affettuosa, ma vorrei raccontarvi la sua storia, sarete voi a tirare le somme.
Avevo circa 20 anni ed ero reduce da una storia d’amore che io stessa avevo concluso e che non riuscivo a lasciare andare. Questo stato di cose mi portava ad una situazione interiore di grande sconforto, anche perché, per evitare la presenza di questa persona, visto che le amicizie che frequentavo allora erano comuni, mi ero chiusa in un isolamento che mi incupiva. Mi sentivo in un vicolo cieco e non sapevo come uscirne da sola. Non lasciavo trapelare molto del mio stato d’animo, sono sempre stata piuttosto riservata e non volevo che si capisse che stavo soffrendo. Evidentemente questo non era totalmente possibile, tuttavia il giro di amicizie che allora frequentavo non dava segni di accorgersi della mia sofferenza, né io mi aspettavo che lo facesse, anzi impiegavo le energie disponibili a coprire ciò che stavo vivendo.
Un giorno alla fine di una bellissima giornata di incontro di formazione e condivisione per giovani, mi si avvicina una ragazza. La conoscevo da qualche mese perché anche lei si era unita al percorso che stavo facendo e mi stava simpatica per i suoi modi espansivi e gioviali, ma niente di più. Con fare serio, dunque mi avvicina alla fine della giornata e mi dice: “Federica adesso basta!!!” A queste tre parole fa succedere una spiegazione il cui contenuto più o meno risultava essere il seguente: ”Adesso basta farti del male, Non puoi isolarti in questo modo, questa persona farà la sua strada e tu farai la tua. Devi procedere nel tuo cammino…”
In realtà mentre lei faceva tutto il suo discorso pensavo: “Che coraggio!!! Questa persona non mi conosce molto, ma ha rischiato. Ha intuito la mia difficoltà e ha fatto un passo verso di me, facendomi percepire vista, raggiunta, accolta, amata”.
Gli esiti di questo incontro potevano essere diversi, tra gli altri anche che la rifiutassi visto che non era una persona del mio enturage, ma proprio questa persona, aveva detto le parole giuste, al momento giusto, nel modo giusto per me. Aveva pescato dalla sua anima e aveva incontrato la mia.
Il risultato è stato che quelle parole hanno dissipato la nebbia nella quale mi incontravo, mettendo in luce le energie interiori che avevo. Sono in breve uscita da quel momento di empasse ed è iniziata con quella persona una profonda amicizia che dura fino ad oggi da più di trent’anni.
Ecco come la parola dipende dall’intenzione con cui la si pronuncia e questo non è un movimento mentale, una sorta di convincimento forzato, ma una questione di anima, di lasciar parlare quella parte di noi che è ciò che veramente siamo.
Se volete approfondire questa comprensione interiore vi propongo di riprendere il brano del buon samaritano perché, al di là della forma, ossia dell’uomo ferito e delle cure del Samaritano, sintetizza l’esperienza che ho fatto attraverso quelle semplici due parole. “Adesso basta!” ha veicolato un’esperienza molto profonda e preziosa: molte persone mi passavano accanto in quel momento della mia esistenza, ma una, passandomi accanto mi ha visto, ha avuto compassione, ha sentito dentro di se il mio dolore; si è fatta vicino e le sue parole sono state l’olio di consolazione, ma anche vino di purificazione. Il prosieguo della storia si protrae fino ad oggi perché l’amicizia costruita è quella locanda nella quale più e più volte ho sperimentato la cura e nella quale posso anche io prendermi cura dell’altro.
Nella tua vita ricordi un fatto che può assomigliare nel contenuto a questo? In un momento di difficoltà ti sei sentito raggiunto da una parola che ti ha permesso di uscire da quella situazione di fatica?
Fare memoria è un modo per eternizzare quel momento di guarigione attraverso la gratitudine.
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