“Formano un movimento consistente, sono consapevoli dell’importanza del proprio ruolo nelle comunità cristiane, vedono nella testimonianza lo strumento migliore per educare, chiedono una formazione di qualità, per la maggior parte donne ma cresce la presenza maschile”. Ecco alcuni dei dati emersi da un’indagini sui catechisti italiani realizzata dall’Istituto di Catechetica dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, presentata lo scorso 3 giugno, a pochi giorni dal Motu Proprio Antiquum misterium con cui il Papa ha istituito il ministero laicale di catechista, nel segno di una valorizzazione del ruolo dei laici nella comunità.
La ricerca “Catechisti oggi in Italia”, realizzata in piena pandemia, conferma tendenze rilevate in indagini precedenti e mette in luce nuove criticità. “Netto il rifiuto di un’idea di catechesi vista come trasmissione di nozioni da apprendere e come percorso finalizzato alla sola ricezione dei sacramenti”, spiega un comunicato. La catechesi, piuttosto, è intesa come “una realtà dinamica, nella logica della formazione permanente alla vita cristiana, che ha lo scopo primario di mettere le persone in relazione con Gesù Cristo e favorire un’esistenza coerentemente ispirata ai valori evangelici”. Tutti concetti che anche noi di NET trasmettiamo nei nostri corsi di formazione per catechisti e animatori che da settembre riprenderanno in presenza presso le parrocchie e diocesi italiane che ne faranno richiesta.
Dai dati della ricerca emerge che si è di fronte a un momento ecclesiale numericamente consistente, con una tendenza all’innalzamento dell’età sempre più accentuata, cosa che rispecchia in qualche modo l’invecchiamento della popolazione che frequenta le nostre parrocchie. 50 anni è l’età media degli intervistati (la fascia più consistente tra i 41-60 anni); sotto i 40 anni si trova il 33,5% del campione maschile e il 16% di quello femminile. Il livello culturale è elevato (il 79,9% del campione è diplomato o laureato) mentre è piuttosto basso in proporzione il numero di persone che possiedono un titolo di studio ecclesiale “professionalizzante”. Quasi la metà del campione (47,3%) dichiara di essere catechista da più di 12 anni e il 19,3% svolge questo servizio da 7 a 12 anni. Le new entry non sono costituite solo da giovani reclute, ma riguardano persone più adulte in età.
L’attività catechistica principale rimane quella della preparazione ai sacramenti (41,2% con fanciulli della scuola primaria; 24,1% con preadolescenti della scuola media; 7,4% con adolescenti; 4,7% con persone che si preparano al matrimonio). Solo il 3,9% si rivolge agli adulti in genere e il 6,1% ha come interlocutori appartenenti a comunità, associazioni, movimenti.