E anche quest’anno ritorna la Quaresima, tempo di grazia e di rinnovamento. Ma per il catechista che tempo è questo ? Di solito un catechista è abituato a parlare, raccontare e spiegare. Vorrei invitarvi a fermarvi e a guardare Gesù che, come sappiamo, entra nel deserto e vi rimane per ben quaranta giorni.
Il valore del silenzio
Il deserto è un luogo arido, dove si fatica a trovare vita; è particolarmente pacifico per il silenzio che lo abita ma può essere al tempo stesso luogo di morte. Soffermiamoci sul silenzio di Gesù in questi lunghi giorni di deserto.
Il suo è un silenzio abitato dalla presenza di Dio, quindi come catechisti possiamo provare, in questo tempo di Quaresima, a tacere un po’ di più e a parlare di più con Dio, attraverso l’ascolto della sua Parola e la preghiera. Inoltre Gesù nel deserto, ha affrontato le tentazioni del diavolo. Un catechista può essere tentato a dare cattivi giudizi, ad esempio sui genitori che “scaricano” i figli a catechismo. Non soffermiamoci su questi e altri particolari, facciamo una prova: andiamo loro incontro con il sorriso e si sentiranno accolti e considerati. C’è una bella differenza infatti tra un catechista “musone” e uno sorridente ed accogliente. Chiediamoci sempre: come accoglierebbe quella mamma o quel papà se al mio posto ci fosse Gesù?
Proprio questo atteggiamento, che parte da un silenzio su di loro motivato dalla carità, può essere un modo privilegiato di fare apostolato! Non è difficilissimo, magari non ci verrà spontaneo ma sarà un bel “sacrificio” da offrire a Gesù!
Il silenzio non è indifferenza
Il silenzio di Gesù è un silenzio che ascolta il vissuto degli uomini che incontra. Pensiamo a quante volte è stato frainteso dai suoi stessi discepoli eppure Lui non li ha giudicati e li ha sempre amati. Ebbene il catechista può spesso arrivare a giudicare i bambini, perdere la pazienza, alzare la voce e dare castighi, diventare “nevrotico”. Impariamo dunque dalla pazienza di Gesù, cercando di ascoltare i bambini e di non giudicarli. Amiamoli, ascoltiamoli, valorizziamoci ma soprattutto preghiamo per loro! I bambini, che notano tutto, apprezzeranno il nostro atteggiamento e vedranno in noi dei veri amici di Gesù. Il silenzio che ascolta non è indifferenza, ma la strategia del cuore che ama alla maniera di Gesù.
L’importanza del digiuno
Oltre al silenzio Gesù, nel deserto e in tutta la sua vita, ha vissuto la penitenza. Facciamo anche noi un po’ di digiuno ma non nella sua accezione tipicamente legata al cibo, ma più interiore e forse più vicina al ruolo di noi catechisti.
Proviamo a digiunare dalle perdite di tempo e dalla superficialità con cui spesso, per mille motivi, ci ritroviamo a preparare gli incontri catechismo. Questo tipo di digiuno è molto pratico e fattibile, infatti credo che Dio ci chieda sì di digiunare e convertirci, ma partendo esattamente dalla nostra quotidianità, migliorandoci in quello che già facciamo.
Attingerà alle fonti del Catechismo e dei documenti magisteriali, così come Gesù attingeva dalla Sacra Scrittura per rispondere e vincere il tentatore. Leggiamo cosa dice il Papa, cerchiamo spunti, confrontiamoci, prepariamo i materiali e quello che dobbiamo dire con cura. Le cose fatte con amore sono quelle più riuscite.
Coraggio allora, catechisti! La preghiera di Gesù, il suo silenzio e il suo digiuno ci illuminino nel vivere con entusiasmo questo tempo di Quaresima e la grande missione che ci è stata affidata: far conoscere Gesù a queste piccole anime!
Giosuè Guerra
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