“I genitori sono i principali educatori dei figli”.
Non è uno slogan, ma chiarisce in modo inequivocabile il compito cui nessun papà e nessuna mamma possono sottrarsi per il solo fatto di essere lo strumento di cui il Creatore si serve per dare vita e crescere le Sue creature.
La responsabilità e l’impegno della trasmissione della Fede e della catechesi si allarga alla competenza di tutta la comunità cristiana e il Catechista è la persona che si dedica a tale compito. E’ auspicabile, anche se oggi è più difficile, in sintonia ed in collaborazione con i genitori.
Sarebbe molto semplice esprimere con un elenco di caratteristiche e di adempimenti le qualità e i compiti di questa figura della Chiesa, il catechista, che oggi costituisce per qualche anno l’unica occasione per moltissimi bambini e ragazzi per conoscere ed amare Gesù: questo è il periodo della vita in cui affiora in modo più genuino ed evidente il bisogno di trascendenza, il bisogno di risposta alle domande che contano.
La vita del catechista, il suo modo di porsi devono costituire una risposta ad una chiamata di evangelizzazione all’interno della Chiesa e quindi deve nutrirsi di una speciale Grazia a cui corrispondere con una sintesi di conoscenza dottrinale e di vita.
Sono indispensabili la conoscenza della dottrina con una adesione sincera e convinta all’insegnamento della Chiesa Cattolica, una qualità della vita che risponda ad una vita spirituale in crescita ed una naturale disponibilità ad incontrare ed accompagnare le Persone/bambini, tutti diversi l’uno dall’altro, tutti con una situazione di crescita, di vissuto unici e meritevoli di attenzione.
Caratteristiche umane, conoscenze, competenze
Il catechista è una persona cui è richiesto di testimoniare il suo essere cristiano, di trasmettere (non di interpretare) la Verità, di educare, di far crescere le persone che gli vengono affidate.
Maturità umana, spiritualità e identità cristiana lo riconoscono come persona inserita nel proprio tempo, senza nostalgie e rimpianti per il passato, ma capace di capire i problemi del proprio tempo, di identificarne le problematiche con sensibilità personale e sociale.
Certamente bisogna conoscere bene i contenuti di ciò che si deve trasmettere, senza preoccupazione per il bagaglio culturale in dotazione, ma con la voglia e la capacità di approfondire, di confrontarsi, di apprendere attingendo a fonti attendibili.
Il catechista non può esimersi dal comunicare, dal mettersi in relazione con i bambini, con i loro genitori, con i colleghi, con le altre realtà della Parrocchia e soprattutto con chi in prima persona riassume la responsabilità dell’evangelizzazione e cioè il Sacerdote.
Si impone poi la necessità di vivere e trasmettere gioia, buon umore, creatività nell’agire, che sono doni naturali in chi si nutre della Parola di Dio, della celebrazione eucaristica, della frequentazione dei Sacramenti, di chi attinge ad una vita spirituale.
In termini più concreti, proprio perché sono molteplici le caratteristiche che disegnano il profilo del catechista, egli deve essere consapevole che non è in gioco la sua fama, la realizzazione delle sue ambizioni, ma per amore di Cristo, è indispensabile che ponga al centro di tutto il lavoro, sul piano umano, ogni singolo bambino con la singola famiglia.
Si tratta di integrare la catechesi tradizionale con una vera e propria iniziazione alla vita cristiana, con il coinvolgimento della famiglia, della scuola (quando è possibile), della parrocchia, con il formare i ragazzi all’appartenenza ecclesiale e sociale del proprio territorio.
Anche se l’ora di catechismo non è un’ora di scuola, il catechista è un maestro nel senso che trasmette dei contenuti, che deve essere affascinante, corretto ed efficace nel modo di trasmetterli, che deve esprimere simpatia e interesse per ogni singolo bambino o bambina, indipendentemente dalle caratteristiche personali e da quanto lo faccia sentire bravo e capace.
Nel fare catechesi non si può improvvisare, occorre preparare ogni singolo incontro nel dettaglio, occorre avere e trasmettere delle routines, dei riti nel modo di vivere e condurre il tempo a disposizione. Occorre conoscere molto bene il mondo reale, virtuale, culturale dei propri bambini per poterli capire, per poter dialogare, partecipare, trasmettere capacità critica e di discernimento, condividere interessi e giochi.
Il catechista non è uno psicologo, ma deve saper ispirare fiducia e confidenze, senza forzature e rispettando i tempi di ciascuno, anzi rispettando ciascuno nel suo bisogno di riservatezza. Il catechista non giudica le persone, ma corregge gli atteggiamenti e le azioni sbagliate perché conta sull’educazione positiva.
Non esistono alibi per non conoscere e non avere qualche rapporto con i genitori, anche i più recalcitranti, anche i più demotivati per l’esperienza cristiana del figlio. Tra le doti che vanno esercitate all’ennesima potenza ci sono la generosità, la benevolenza, la perseveranza e la fermezza appellandosi a tutta la fantasia, la creatività, l’inventiva di chi è catechista e che può contare sul validissimo aiuto dello Spirito Santo, invocato con fiducia.
Ci rendiamo tutti conto di quanto debba essere alta e impegnativa la figura del catechista con virtù umane e cristiane, con numerose conoscenze e competenze, con la tentazione quotidiana di rinunciare a tanta fatica, ma il Signore non può lasciare solo chi si mette generosamente al Suo servizio, in risposta ad una chiamata che passa attraverso la realtà di una parrocchia.
La parrocchia ha il dovere di seguire e sostenere il suoi catechisti i cui nomi… sono già scritti nei Cieli.
A questo link è possibile conoscere una serie di proposte formative che NET mette a disposizione delle parrocchie e delle diocesi per la formazione dei propri catechisti ed animatori.