A cura di Federica Vio
Spiritual Coach
Eccoci al nostro appuntamento con la Parola che cura. Vorremmo dedicare questo numero ad approfondire il tema della salute. In questo momento storico, se ascoltiamo i media, pare che salute sia sinonimo di negatività al COVID 19. In realtà da sempre si è dato molto peso alla salute del corpo a scapito della globalità di questo aspetto della vita. Solo in tempi recenti riscontriamo una maggior sensibilità e coscienza per la salute psicologica, per esempio. Quasi nessuno prende però in considerazione che siamo esseri animati, ossia che il nostro esserci nel mondo è animico e che l’anima vivifica sia il corpo che la psiche. Anch’essa ha bisogno di cura e come ogni nostra parte può godere di buona salute, ma anche ammalarsi, indebolirsi, guarire e così via.
Oggi vorremmo dare spazio alla salute della nostra parte animica che in realtà non è una parte, ma un tutto che permea anche la dimensione corporea e psichica.
Gesù, contrariamente alle tendenze del momento, aveva ben presente la natura umana e si occupava di essa in tutte le sue dimensioni. Siamo soliti ricordare di Gesù, quelli che noi identifichiamo come miracoli dal punto di vista fisico: la cura del cieco, del lebbroso, dell’emorroissa…, ma il nostro livello di coscienza, tanto sbilanciato sul corpo, spesso non ci ha permesso di cogliere dimensioni di cura più profonde, che si celano anche dietro a questi “miracoli” e che per certi versi sono state più stabilmente utili agli interessati e a noi che possiamo beneficiare dell’insegnamento e dell’energia eterna contenuta in ciascun segno compiuto e parola pronunciata da Gesù.
Spieghiamo cosa vogliamo dire attraverso l’incontro che un paralitico ha vissuto con Gesù. Leggiamo Lc 5, 17-26 in particolare soffermiamoci su questi dialoghi:
Veduta la loro fede, disse: “Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi”. 21Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: “Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?”. 22Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: “Cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23Che cosa è più facile dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Àlzati e cammina? 24Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – àlzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. 25Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio.
Quale tesoro si cela dietro a questa cura fisica e quale parola ha messo in moto il suo processo? Ancora una volta notiamo in questa narrazione, che Gesù non chiede cambiamenti o pentimenti perché avvenga un miracolo. Addirittura in questo caso la guarigione sembra avvenire per la fede di terzi. Come a dire che i processi di guarigione non avvengono per sforzi volontaristici su base morale (penitenze, sacrifici, rinunce, fioretti), ma per una connessione amorosa di forze che rendono possibile l’apparentemente impossibile. In questo caso questa connessione avviene fra gli amici e Gesù.
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