A cura di don Andrea Lonardo
Direttore Ufficio pastorale universitaria, già Direttore Ufficio catechistico Diocesi di Roma
La trasformazione della catechesi in attività ha arrecato grande danno anche alla trasmissione dei contenuti della fede cristiana. Quando la catechesi non aiuta a maturare una visione armonica della fede, la persona resta spiritualmente infantile e incapace di amare profondamente ciò che crede. Diviene anche incapace di rendere ragione della speranza che è in lui: una fede adulta ha invece bisogna di chiarezza su ciò che è essenziale per poter dialogare con chi è lontano da Dio.
Come l’inconsistenza delle esperienze, così anche la debolezza e la fumosità dei contenuti rende la catechesi infruttuosa. Invece la scoperta dei grandi temi della fede sostiene l’adulto nella capacità di rispondere alle obiezioni di tanti e ancor più gli mostra come solo la fede possegga la luce adeguata per illuminare ogni vita.
La catechesi sta riscoprendo che l’abbandono dei temi decisivi della fede impoverisce enormemente la trasmissione della fede. Tanti si allontanano dalla fede proprio perché sentono che la catechesi non risponde alle domande vere che hanno nel cuore e non riesce a mostrare come i principali dogmi della fede siano vivi e straordinariamente profondi.
All’opposto proprio una catechesi che affronti i grandi temi e le grandi questioni si rivela invece straordinariamente viva: tanti si rivolgono ai cristiani con le loro domande in cerca di una risposta.
In particolare, senza un annuncio credibile di Dio e della creazione anche la proposta di Cristo diviene insignificante: infatti, ciò che Gesù annunzia ha senso solo se egli è l’inviato del Padre creatore. L’infantilismo con cui si presentano oggi a bambini e adulti la creazione e i primi capitoli della Genesi è devastante. Di nessun aiuto sono, per converso, analisi troppo esegetiche degli stessi testi, analisi che non rispondono alle domande vere che ognuno porta nel cuore su Dio, sull’origine della materia e dell’uomo, sul male, sulla differenza fra l’uomo e l’animale, sul matrimonio e così via.
Tale infantilizzazione – non solo dinanzi al tema della creazione – è largamente presente in tanti sussidi rivolti a bambini, ragazzi e genitori ed è certamente un’altra faccia della tendenza a trasformare la catechesi in attività. In questo senso è anch’essa oggi uno dei limiti più grandi della catechesi, perché non tratta le persone da adulti, ma da bambini. È da considerarsi un paradosso il fatto che più si parli di catechesi degli adulti, di catecumenato, di primo annunzio, di secondo annunzio, di rinnovamento dell’Iniziazione cristiana a partire da un’ispirazione catecumenale, più i sussidi si infantilizzano, quasi che i bambini, e ancor più i ragazzi e massimamente i loro genitori non avessero domande altre sull’opportunità e la credibilità della fede. Sembra, a leggere alcuni di questi testi, che tutta la crisi dell’annunzio della fede potrebbe essere risolta tramite una migliore accoglienza dei genitori che accompagnano i figli, quasi che questi non avessero obiezione alcuna alla fede stessa.
Ma, d’altro canto, è solo in Gesù che Dio si rivela pienamente e nel suo amore salva l’uomo. La centralità del Dio creatore, come della sua rivelazione nell’amore del Figlio, appare oggi decisiva in catechesi, poiché è questo che l’uomo oggi vuole comprendere, mentre non è interessato ad una catechesi moralistica.
Appare fondamentale allora ricucire in catechesi – e prima ancora nel discorso teologico – quello strappo che si è prodotto fra il messaggio biblico e l’annunzio della Chiesa, quasi che essi fossero diversi. Se, infatti, la fede professata nel Credo dalla Chiesa non corrispondesse al messaggio biblico, la catechesi non potrebbe che ridursi a mero commentario biblico, ignorando tutta la ricchezza del Credo della Chiesa. Se invece il Credo è la sintesi della rivelazione biblica, ecco che non si può non commentare Genesi o i Vangeli se non annunciando al contempo che Dio è veramente il creatore del mondo e che il Figlio è stato mandato dal Padre per la salvezza del cosmo uscito dalle sue mani.
La necessità di mostrare l’unità profonda del testo biblico e dell’annunzio della Chiesa rende urgente oggi una ripresa dei grandi temi della fede perché sono quelli che più interessano ad adulti e bambini.
Emerge così anche la necessità di saper presentare in catechesi il cuore della fede non al termine di un lungo itinerario, ma fin da subito, proprio perché l’uomo contemporaneo non ha difficoltà solo nei confronti di qualche punto determinato della fede stessa, ma desidera comprendere perché valga la pena credere.
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